La nostra filosofia
È dimostrato che la valorizzazione di un plus territoriale importante, induce alla creazione di un “sistema” tra gli attori del luogo interessato. Il Cammino del Perdono ha colto questi plus frammentati ma presenti nei territori coinvolti, li ha analizzati, concretizzati e raggruppati all’interno di un’unica filosofia conduttiva.
Le splendide montagne, le coste, i fiumi e i laghi, i parchi, gli eremi, i conventi, i luoghi di culto, gli antichissimi borghi, le strutture ricettive e ristorative, le attività e le ricorrenze tipiche del folklore locale, unite da una storia importante, da una filosofia, da una caratterizzazione profonda, diventano una forza e una ricchezza. Questa forma di turismo emozionale è quindi una opportunità reale, concreta e straordinariamente ampia per creare una valorizzazione sostenibile di questi luoghi ricchi naturalmente e culturalmente. Il Cammino del Perdono intende guidare (e già guida) questa valorizzazione.
In linea generale il Cammino del Perdono è quindi anche un grande progetto di aggregazione e sviluppo di quelle risorse ancora nascoste, in territori considerati turisticamente “minori” ma che esprimono peculiarità uniche, e in ambito turistico-culturale rappresentano dei veri e propri attrattori caratterizzati da una forte carica di autenticità esperienziale.
L’ospitalità, intesa qui in senso molto ampio, organizzata sul Cammino del Perdono, non può che scaturire da questo substrato di elementi caratteristici che nello specifico vengono assunti come valori. I punti di ospitalità del Cammino del Perdono quindi partecipano effettivamente alla creazione della proposta turistico-culturale, divenendone parte integrante in quanto testimoni sul territorio di beni tangibili e intangibili, propri delle tradizioni, delle produzioni tipiche, delle usanze e più in generale della cultura del luogo. Il Cammino del Perdono quindi, partendo dai propri valori fondanti, appartiene al territorio, alla sua storia, alle tradizioni e a quanto tutto ciò ha prodotto nei secoli.
In continuità di spirito e visione storica, oggi il Cammino del Perdono vuole rispondere ancora puntualmente ai bisogni della persona che lo fruisce e del territorio che lo racconta, rispettandone e valorizzandone i valori e le risorse. I narratori principali di questo “racconto” sono appunto gli operatori che accolgono, sostengono, ospitano.
Origini e Caratteristiche
Sulle tracce degli avvenimenti storici risalenti al XIII secolo, il Movimento Celestiniano ha ricostruito, secondo l’attuale situazione geografica ed ambientale, alcuni cammini spirituali ed umanistici che hanno caratterizzato quell’epoca. Il Cammino del Perdono© nasce dal desiderio di riscoprire quegli elementi e quei personaggi che hanno favorito il dialogo e la riappacificazione di popoli in conflitto.
Tra i luoghi più importanti dell’epoca, e sulla storia e la vita di San Pietro Celestino V e delle altre figure importanti di quel periodo (Federico II, il sultano Malik al Kamil, San Francesco d’Assisi), nascono cinque cammini turistici che attraversano mete spesso sconosciute alle masse, offrendo un viaggio non solo fisico, ma emotivo e spirituale. Oggi il messaggio di un Perdono che riconduca alla speranza di pace ed alleanza tra popoli torna attuale ed utile e questa esigenza storica rende il progetto del Cammino del Perdono ben più importante di un semplice cammino turistico. Attraverso di esso, infatti, è possibile comprendere meglio le condizioni ostiche del passato e le soluzioni che ricondussero al dialogo, alla pace ed all’arricchimento reciproco.
Si tratta quindi di un cammino culturale ma anche di uno strumento di valorizzazione dei territori, aperto a tutte le culture, a tutte le religioni, a tutte le persone, di qualsiasi condizione sociale, per offrire un’opportunità di introspezione, di crescita, di comprensione e fraternità.
Il Cammino del Perdono© quindi utilizza lo stimolo e l’esigenza turistica per creare una condizione emotiva di ricostruzione dei processi di pace che segnano la storia dell’umanità.
San Pietro Celestino V
La data e il luogo di nascita di Pietro Angelerio, futuro Papa Celestino V, sono sempre stati oggetto di contrasto fra gli storici. Sulla data di nascita la fonte più sicura, ormai accettata, è proprio quella della Vita C, che racconta che aveva 87 anni al momento della morte avvenuta il 19 maggio 1296, per cui possiamo fissare la data di nascita al 1209 o all’inizio del 1210.
Rimasto orfano di padre in tenera età si dedicò alla sua formazione religiosa che le fonti antiche riportano essere avvenuta all’Abbazia di Faifoli, o forse, secondo studi più recenti, presso l’Abbazia della Ferrara di S. Angelo di Alife. Lasciato il cenobio all’età di venti anni perché attratto dalla vita eremitica, Pietro ricercò negli anfratti ostili delle Majella, il perfezionamento alla vita spirituale. Nel 1237 si recò a Roma, per farsi consacrare sacerdote dell’ordine Benedettino e venne inviato dall’Ordine a perfezionare gli studi filosofici e teologici presso l’importante Abbazia di S. Giovanni in Verene (CH). Tornato sui monti abruzzesi, fonda eremi e monasteri esorcizzando i luoghi impervi chiamandoli “S. Spirito”, “S. Angelo”, “S. Onofrio”. Tanti giovani, affascinati dal personaggio e dalla sua vita, lo seguirono. Sui monti della Majella, nei pressi di Roccamorice, erige la casa madre della Congregazione dei penitenti dello Spirito Santo. La Congregazione fu annessa nel più vasto Ordine dei Benedettini, mantenendo comunque la propria regola.
Nel 1259 ottiene il permesso di costruire l’Abbazia di S. Spirito al Morrone, nei pressi di Sulmona, allora capitale del regno di Federico II. La sua fama di santità e gli innumerevoli miracoli operati si divulgò per ogni dove.
Nell’aprile del 1292 il Papa Niccolò IV moriva e il conclave dei cardinali elettori, riunitosi a Perugia e dilaniato da guerre fratricide, non riusciva ad eleggerne il successore. All’inizio del 1294 la voce più autorevole e unanimemente rispettata, quella di Pietro da Morrone, si leva con una accorata lettera indirizzata al collegio dei cardinali sollecitandoli a dare alla chiesa il pastore che il popolo di Dio reclama. || Collegio dei cardinali, “quasi divinitus inspirati” et “cum abundantia lacrimorum” elessero all’unanimità Pietro da Morrone a Sommo Pontefice il quale scelse il nome di Celestino V. LanotiziaglifuportataalsuoeremodiS.Onofriodaunadelegazionediecclesiasti, cardinali e notai. Volle essere incoronato a L’Aquila all’abbazia di Collemaggio da lui stesso fatta costruire, nonostante le forti opposizioni dei cardinali.
Il “Magnifico corteo” condotto da Carlo II D’Angiò e da suo figlio Carlo Martello con le relative corti, i cardinali al seguito e una folla festante, incredula e finalmente riscattata dalla condizione di “sudditanza”, parte da Sulmona il 25 luglio. Pietro da Morrone, rifiutando la carrozza predisposta per il lungo viaggio, sceglie un asinello come cavalcatura, sull’esempio di Gesù che entra a Gerusalemme osannato come Salvatore. Il 29 agosto 1294 viene consacrato Papa e nello stesso giorno indice la Perdonanza, il primo giubileo della storia della Chiesa con una Bolla che sarà emanata il 29 settembre successivo. In questo modo, il ciclo virtuoso iniziato con il perdono di Assisi, assume il suo apice con l’istituzionalizzazione della riconciliazione come “atto necessario” e quindi “doveroso” per una civile convivenza.
Sui Passi di Celestino
Da L’Aquila a Sant’Angelo Limosano (CB)
Il percorso collega il luogo di nascita di San Pietro Celestino alla città che ne vide principalmente le gesta. Il cammino ripercorre, quindi, le tappe fondamentali della esistenza di Celestino, passando attraverso alcuni dei luoghi ove si rifugiò da eremita e che conservano ancora una forte spiritualità e una bellezza mistica.
L’intero percorso misura 220 km ed è percorribile interamente a piedi o alternando tratti a piedi e in treno, a seconda delle possibilità degli interessati. Lungo l’itinerario si scoprono luoghi, usanze, panorami, reperti di alto valore storico e artistico.
L’organizzazione del Cammino del Perdono supporta singoli e gruppi nella pianificazione e nello svolgimento delle esperienze, anche in forma di eventi programmati ad hoc.

DA L’AQUILA A ROMA – SUI PASSI DEI PAPI 251 KM
SUI PASSI DEI PAPI
Il tratto collega L’Aquila, la città dove nel 1294 Papa Celestino V ha indetto il primo giubileo della storia della Chiesa, a Roma, sede dei giubilei periodici e straordinari indetti dai papi dal 1300 in poi. L’itinerario attraversa territori straordinari ed in parte ancora sconosciuti al turismo di massa, collegati a personaggi, storie e luoghi che hanno profondamente inciso la storia contribuendo alla diffusione dei valori del perdono e della pace fino ai nostri giorni.
L’intero tracciato del percorso a piedi è suddiviso in 14 tappe per un totale di 251 Km.
Sui passi di Francesco
È per il momento sospeso a causa dei danni causati dal terremoto del 2016-17 a parte della viabilità, ai centri di ospitalità e soprattutto alle comunità locali.

Sui passi dei pastori
È stato definito l’itinerario ed è in fase di redazione la guida.

Sui passi del sapere
Già tracciato, è in fase di ultimazione con prossima stampa della relativa guida.